Progetti

Dalla collaborazione tra lo STUDIO ALHAMBRETTO e CIICAI nasce ONCE UPON A WATER.

Continua la collaborazione tra Alhambretto Design Studio e CIICAI.
Once Upon a Water è l’installazione creata appositamente per Bologna Water Design 2014 che verrà ospitata dal 22 al 27 settembre negli spazi ricchi di fascino e storia dell’Ex Ospedale dei Bastardini, nel centro di Bologna.
Dall’acqua prendono vita molteplici storie, quella di Ciicai ha inizio nel 1964 quando la maestria degli artigiani idraulici addomestica l’acqua e la guida all’interno della casa. Oggi dalla stessa abilità e con gli stessi materiali nasce un’installazione che celebra l’evoluzione del consorzio: i tubi idraulici accolgono il visitatore e lo conducono alla scoperta della casa dal bagno in poi.

Ciicai partecipa ancora una volta a Bologna Water Design con un progetto di allestimento che raccoglie la storia e l’evoluzione dell’azienda attraverso il design dell’acqua. Continua la solida collaborazione con il team di professionisti Alhambretto che per quest’anno ha sviluppato uno storytelling davvero fuori dalle righe.
Situato all’interno del palazzo storico Ex‐Ospedale dei Bastardini, lo spazio Ciicai, si affaccia sul suggestivo cortile del quartier generale di tutta la manifestazione e offre una visione d’insieme che accompagna in un’esperienza unica. Il concept del progetto “Once Upon a Water” cerca di andare oltre la semplice esposizione di prodotti: gli ospiti saranno immersi in una favola che racconta il susseguirsi di avvenimenti che hanno portato Ciicai a compiere, nel 2014, i suoi primi cinquant’anni. Dall’acqua prendono vita molteplici storie, quella di Ciicai ha inizio nel 1964 quando la maestria degli artigiani idraulici addomestica l’acqua e la guida all’interno della casa. Oggi dalla stessa abilità e con gli stessi materiali nasce un’installazione che celebra l’evoluzione del consorzio: le tubazioni accolgono il visitatore e lo conducono alla scoperta della casa dal bagno in poi.
All’interno dell’allestimento sono collocati una selezione di prodotti legati all’acqua tra cui i tubi idraulici, costituenti la struttura portante della scena, che saranno gli accompagnatori dell’intera installazione che condurrà alla scoperta di ciò che è diventato il consorzio nel tempo. Tre differenti ambienti da percorrere step by step: il primo legato al mondo dell’idraulica, il secondo rappresentativo dell’ambiente bagno ed il terzo dell’intera casa per coinvolgere lo spettatore e farlo sentire parte dei cambiamenti avvenuti dal 1964 ad oggi. La proposta di Ciicai, grazie alla collaborazione di partner d’eccellenza, tenta così di raccontare una storia di sudore, sforzi e conquiste che ha come protagonisti gli artigiani che grazie all’acqua hanno costruito le fondamenta del proprio lavoro.
Lunedì 22 settembre alle ore 18.30 l’evento inaugurale di Bologna Water Design con l’apertura delle porte dello spazio Ciicai.

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Alhambretto Design Studio si occupa di design di prodotto, interni e grafica ricercando il giusto mix tra funzionalità e poesia. I progetti firmati Alhambretto rivolgono uno sguardo critico al passato e recuperano in chiave contemporanea il saper fare manifatturiero.

piazza Indipendenza, 25
20015 Parabiago (MI)
info@alhambretto.com
www.alhambretto.com
tel_ +39 03311770637

Ciicai – Consorzio di Installatori Idrotermosanitari e Condizionamento – è la realtà bolognese per il commercio all’ingrosso e al dettaglio di ogni materiale legato alla termoidraulica, all’arredo bagno, casa e giardino.

via Gazzani, 13
40012 Calderara di Reno loc.Bargellino (BO)
info@ciicai.com
www.ciicai.com
tel_ +39 051-6464711

Foto di Emilio Tremolada.

 

Intervista a Francesco Binfaré

Francesco Binfaré è autore dell’installazione Africa, farfalla, vola, realizzata a Bologna nello spazio cinquecentesco dell’Ex Ospedale dei Bastardini che ha appena ospitato l’ultima edizione del Bologna Water Design.

Giulia Pellegrini Potrebbe parlarci del progetto e delle linee che hanno ispirato questo lavoro?
Francesco Binfaré Il progetto presentato al Bologna Water Design è nato qualche mese fa, in occasione della mostra Epifania da me organizzata in concomitanza al Salone del Mobile 2014, dove ho presentato alcuni tavoli. È stato Valerio Castelli, in quella stessa occasione, a propormi una collaborazione con Casone in vista della quarta edizione di BWD che avrebbe avuto luogo a Bologna nel corso del mese di settembre.
I tavoli che davano vita a Epifania erano diversi dall’ultimo realizzato, in particolare per quanto riguarda il materiale, visto che erano in legno di mogano e non in marmo. Concettualmente le linee d’ispirazione derivano da una profonda riflessione sul continente africano, terra densa e in certo modo oscura che merita di essere esaltata per la sua bellezza e la sua intensità. Il perimetro del tavolo ricalca la forma dell’Africa e le grandi dimensioni del manufatto possono essere idealmente racchiuse in un rettangolo di 3,5×3,0 m. Dal punto di vista funzionale l’artefatto potrà essere utilizzato come tavolo di rappresentanza, o da pranzo, come scrivania o tavolo per riunioni, ma soprattutto collocato e valorizzato in ambienti esterni. Tra i riferimenti concettuali non può essere tralasciata la ritualità legata al cibo, alla quale da sempre sono connessi stili di vita e consuetudini sociali in tutte le epoche e culture, in cui emergono i significati simbolici, emozionali e collettivi; radici profonde di tutte le civiltà. La nostra rappresentazione di paradiso, divenuta tutta terrena, richiede un ripensamento dei rituali legati alla nutrizione, al cibo e alla conoscenza. Potrei chiamare il tavolo Africa un pic-nic da casa?

Giulia Pellegrini Forse pic-nic è un po’ riduttivo…
Francesco Binfaré Si, in effetti il tavolo è un territorio sacro.
In me c’era da tempo la voglia di fare qualcosa riferito a una ritualità diversa da quella dei divani che raccontano in modo più esplicito la mutazione del comportamento, della prossemica e creano uno spazio. In molti mi chiedono di disegnare imbottiti perché sanno che ne ho progettati tanti… Anche il divano Sfatto, che ho disegnato per Edra, aveva come intenzione quella di rappresentare lo stato del grande livello di conoscenza della cultura occidentale, e, allo stesso tempo, anche della sua decadenza.
I tavoli di forma rettangolare o rotonda, comunque dal disegno geometrico, hanno un carattere moto definito: il tavolo rettangolare è gerarchico, il tavolo rotondo democratico. Credo che oggi, nelle persone, il principio di uguaglianza e della diversità coesistano: ognuno desidera essere diverso dall’altro e avere una propria peculiarità. Puntando invece sulla forma del territorio africano, una forma assolutamente organica, le persone hanno la possibilità, sedendosi, di avere un posto ben caratterizzato, tutt’altro che indifferenziato, ma non gerarchico.

Giulia Pellegrini Lei ha disegnato anche un’altra serie di tavoli, Toro.
Francesco Binfaré La serie di tavoli Toro nasce da un’installazione realizzata alla fine degli anni Ottanta che prevedeva un pannello con corna da Minotauro e una tela da pittore che simulava il panno rosso del torero. Le corna rappresentavano la Tecnologia che, nonostante fosse un mostro dalla grande potenza, veniva catturata dall’Arte, simboleggiata, appunto, dalla tela. Nella lettura di Le nozze di Cadmo e Armonia, di Roberto Calasso ritrovai più tardi un’affinitá di visione e una base rassicurante di pensiero. Nel mito dell’origine del mondo, il mostro ucciso dall’eroe viene relegato ai quattro angoli della Terra. Le cornici barocche avevano la funzione di testimoniare e mantenere le posizioni assegnate al mostro e, nel momento in cui queste scomparvero dai musei, era come se il mostro potesse di nuovo errare liberamente. Perciò ritengo che il momento storico tenderà metaforicamente a ricatturare il mostro dell’indifferenziato e a riappropriarsi della cornice del valore intimo e organico del senso di ogni cosa. Il tema dei tavoli nasce anche da questo atteggiamento, da questo pensiero.

Giulia Pellegrini Pensando ai tavoli di cui parla, ma anche con riferimento ad altri progetti, è possibile asserire che il designer può ancora interpretare con creatività e libertà il momento storico in cui vive, le persone, i luoghi…?
Francesco Binfaré È l’unica cosa che serve. Talvolta è un po’ difficile, il designer deve anche essere interprete di tendenze, ci sono logiche commerciali da rispettare, ma – fortunatamente – tutto non si esaurisce qui. Non ho un atteggiamento messianico. Progettare oggetti di design rimane un piacere, quasi come dipingere; è possibile dipingere un paesaggio e dare anche significato al paesaggio che si dipinge, è un’opzione che si può avere. Credo di non poter trovare nel mondo del design una vera e propria scuola, non è possibile dare delle direttive rigide da rispettare in fase di progettazione. Design è un processo di interazione e di comunicazione. Penso che oggi il design rappresenti uno spazio di espressione personale.

Giulia Pellegrini Secondo lei ha ancora senso oggi parlare di oggetti-icona del design come ce ne sono stati in passato? Qual è la sua posizione nel mondo del design?
Francesco Binfaré Ci sono da sempre. La definizione di oggetto-icona per un pezzo di design è molto legata alla diffusione dell’oggetto in questione. Parlo di una diffusione non tanto dal punto di vista numerico; la condizione che vede divenire un oggetto iconico è più una questione legata al mondo della comunicazione. Un pezzo-icona ha anche delle caratteristiche intrinseche, ma forse non ha senso pensarci a priori, se succede… bene!

Giulia Pellegrini Ritornando ad Africa, la scelta del marmo è un suo suggerimento o è stata una scelta condivisa?
Francesco Binfaré Come dicevo, inizialmente, l’artefatto è stato concepito in legno massello, successivamente ho ripreso la stessa idea di tavolo ma cambiando il materiale nei marmi policromi di Casone. Mi piaceva immaginare questo continente immerso in una palude d’acqua con residui di una vecchia civiltà europea. E che rappresentasse la speranza: vediamo di approdare come dei naufraghi su questa terra zattera, mi sono detto. Ho pensato poi ad una farfalla di luce, sempre dalla forma dell’Africa, che volasse su di essa librandosi nell’aria.

Africa, farfalla, vola!

Protagonista dell’installazione è un grande tavolo simbolico in pietra la cui forma evoca le qualità, i valori, la forza del continente africano. Immerso in uno specchio d’acqua da cui affiorano carcasse della nostra civiltà attuale, la forma silicea dell’Africa costituisce un’immagine che invita a meditare sull’attuale difficile momento in merito ai grandi temi dell’equilibrio del mondo. Una grande farfalla di luce ottenuta dalla stessa forma si libera al di sopra e illumina di speranza la scena. Un’esortazione: Africa, farfalla, vola!

Tavolo in pietra di Casone e lampada di In-Novo.

Partner Lea Ceramiche e Society.

GET CLOSER!
“All’interno di inquadrature progressive, Closer, nuova concezione di sistema doccia, si racconta attraverso un piano sequenza in cui il cinematismo dell’oggetto viene temporaneamente sospeso. Tre strip animate restituiranno la complessità del soffione evocandone la funzione, la versatilità e il dinamismo in chiave leggera e ironica.”

Dal 22 al 27 settembre, in contemporanea con il Cersaie, il gruppo di promozione delle ceramiche turche Turkishceramics sarà al Bologna Water Design – Ex Ospedale dei Bastardini, in Via D’Azeglio a Bologna – con un importante spazio espositivo, all’interno del quale sarà presentata una mostra di spettacolari ‘chioschi d’acqua’ progettata a Londra da importanti architetti britannici.

La mostra Kiosk, organizzata dalla nota rivista di architettura ‘Architects’ Journal’ per Turkishceramics, presenterà progetti ispirati da alcuni architetti di fama internazionale, tra cui Zaha Hadid Architects , Hopkins Architects, Eric Parry Architects, ADAM Architecture, Studio Weave e Allford Hall Monaghan Morris. Gli architetti sono stati coinvolti nel progettare la struttura di una fontana di acqua potabile, incorporando ceramica e la storia architettonica del ‘kiosk’ La prima edizione della mostra Kiosk si è svolta tra Febbraio e Marzo 2014 a “The Building Centre” di Londra.

La definizione di Kiosk, struttura nata in Turchia nel periodo ottomano come ‘gazebo’ da giardino, si è trasformata nel corso del tempo. Verso la fine del 17 ° secolo, i Kiosk rappresentavano fontane messe a disposizione dei cittadini dal Sultano: consistevano in strutture autoportanti in marmo, spesso decorate con preziose piastrelle di ceramica e ditribuivano acqua potabile. Gia’ all’inizio del 19 ° secolo i chioschi venivano comunemente utilizzati nelle città dell’Europa occidentale ed adattati alla distribuzione di prodotti di consumo, come biglietti, giornali e sigarette.

Partner tecnico Platek Light.

Geometric Fragment è una scultura progettata da Daniel Libeskind e prodotta da Antrax per Water Design. Posizionata all’interno della cappella dell’ex ospedale dei Bastardini di Bologna, richiama al Barocco erigendo un frammento di sfera. L’opera è composta da due elementi che dialogano in tensione fra loro: il frammento di sfera, in contrasto con le pareti della cappella, ed una sottile lamina d’olio nero da cui emerge riflettendendo la luce, assorbendo il colore ed evidenziando così la sua dinamica plasticità. La complessa relazione tra il contesto e l’installazione dà luogo a una riflessione sui mutamenti dell’architettura nella storia; dal Barocco all’architettura contemporanea e oltre.

Dalla collaborazione tra Piero Lissoni e BOFFI, in collaborazione con Lacasacontinua nasce OPEN.

Il programma cucina Open nasce da una specifica richiesta del mercato, nuova per l’azienda. Boffi ha in collezione due cucine che sono nate per l’utilizzo indoor e sono state successivamente adattate, con una sapiente selezione di materiali idonei, all’uso da esterno. Open, monoblocco di lavoro in acciaio inox, viene progettato per un uso esterno.
Si compone di una struttura a giorno con spalla portante per i passaggi tecnici, una doppia gamba in acciaio sezione rotonda e un ripiano in vetro retinato con telaio acciaio inox. Completa il programma un tavolo bancone con doppio ripiano in vetro retinato e telaio acciaio inox che si accosta alla zona tecnica come base di preparazione o per uso snack. La cucina, pensata per offrire tutte le funzioni di una cucina tradizionale, ha modularità
fissa, a differenza del resto della collezione. Il contenimento può essere completato con il nuovo prodotto Madia o con i prodotti offerti dal resto della collezione Boffi.
Nella versione indoor si può prevedere la presenza del vano lavastoviglie totalmente rivestito in acciaio inox.

“Un’isola di lavoro pensata per stare in esterno, Open non è una cucina, è molto di più: è una macchina per preparare la cena , bere un bicchiere, ascoltare la musica, chiacchierare in compagnia, cucinare una pietanza o mangiare un buon piatto. La carrozzeria di questa macchina è in acciaio inox satinato, legni naturali e vetri industriali.” P. Lissoni

Allestimento: Immagini e Suoni
Progetto, interaction design e animazione 3d: Loop

La natura morta (still life) prende vita quando l’acqua viene versata nella bacinella (spill life). E’ l’interazione che genera vita. Una vita digitale generata da un gesto semplice e naturale: il versare acqua in un recipiente. E più si riempie il recipiente più cresce la vita nella videoproiezione con animazioni 3d.

Il relax e l’innovazione, il vetro trasparente e i giochi d’acqua si combinano in un’installazione in bianco e nero all’interno di uno degli affascinanti spazi dell’ex ospedale dei Bastardini.
Un getto d’acqua delicato e leggero invita ad immergersi tra le grafiche black&white dei designers di PadiglioneItalia e a conoscere l’innovativa gamma AquaClean.
Scoprire i sanitari AquaClean di Geberit non potrebbe essere più divertente ed affascinante. Un WC bidet che ha tutto l’aspetto di un normale vaso.
Geberit AquaClean Sela colpisce per la sua linea essenziale e la capacità di inserirsi discretamente nel vostro bagno. Provvede alla vostra igiene intima con un getto d’acqua delicato e leggero a temperatura corporea, al semplice tocco di un pulsante.

I designer di “PADIGLIONEITALIA Bologna Water Design edition” sono 4P1BAlessandro ZambelliAlhambrettoGio TirottoStudio Natural.

La collezione Tokyo-Pop segna nel 2002 l’esordio sulla scena internazionale di Tokujin Yoshioka, oggi considerato uno dei maestri del design contemporaneo. Il divano, la poltrona e sopratutto la chaise longue e lo sgabello dimenticano la banalità della plastica rotazionale per trasformarsi in vere e proprie sculture. Forme indimenticabili e inusitate.

Essenzialità, purezza, duttilità: le qualità che rendono l’acqua un elemento unico sono le stesse che ispirano il design scandinavo di Volvo.  Un legame, quello che lega Volvo e l’acqua, che emerge in tutta la sua energia con Volvo Ocean Race, la più dura regata velica del mondo ideata e fortemente voluta proprio da Volvo. Una passione per la sfida e l’avventura che ha dato il nome a specifici allestimenti Volvo Ocean Race, a rendere ancora più unica l’esperienza a bordo dei modelli della gamma Volvo. volvocars.it  – volvooceanrace.com

GGC+P A – Gaetano Gianclaudio Caponio + Partner architect – IMPRONTE

Curato dall’artista Alessandro Marangon.

L’accesso all’acqua per vaste aree del pianeta è sempre più a rischio. Il suo sopruso, nei processi produttivi ed urbani, i disastri e le emergenze ambientali, determinano forti sperequazioni. La sete del pianeta è una delle più grandi sfide di noi contemporanei.
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GGC+P A è un giovane studio di architettura dall’approccio sostenibile guidato da due partner. Fondato nel 2005 da Gaetano Gianclaudio Caponio, l’attività di studio va dallo sviluppo di masterplan urbani a progetti di residenze private, dallo studio di nuovi edifici ad interventi su strutture esistenti, includendo il design di interni, del paesaggio e progetti di allestimenti.

studio@gianclaudiocaponio.com
www.gianclaudiocaponio.com

Architetti Paolo Domenico Didonè e Devvy Comacchio
Make that studio (Nicola Russo e Dea Sgarbossa) – METAMORPHOSIS

 

Con il sostegno di Linea Light e Giovanni Casellato.

Metamorphosis è un’installazione frutto della collaborazione tra Paolo Didonè, Devvy Comacchio e Make that studio – Nicola Russo e Dea Sgarbossa – in occasione del Bologna Water Design 2014.
Il percorso ha inizio con il progetto Subgeometry, una ricerca fotografica realizzata da Make that studio sulle geometrie sottomarine del Sud-Est Asiatico dalle quali sono stati ricavati quattro pattern organici da applicare nel settore architettonico e soprattutto dell’interior design.
Il progetto, esposto per la prima volta presso la Serra dei Giardini di Venezia in occasione della XIV Biennale di Architettura, comprendeva una serie di maxi tavole in tessuto serigrafate artigianalmente per esporre il risultato dei patterns ripetuti su grandi superfici.
Metamorphosis, frutto della collaborazione tra i due studi, prevede l’applicazione dei pattern rivisitati ed adattati su supporti di ceramica.
L’ambiente intimo e accogliente all’interno dell’ex ospedale dei Bastardini ospita l’installazione che trova ispirazione dalla stanza del tè giapponese. I patterns sottomarini diventano piano di appoggio per strutture che fungono da alzate su cui poggeranno le ciotole da tè.
L’acqua e le metamorfosi da essa indotta ai materiali divengono motivo di sperimentazione. L’interazione tra gli elementi è motivo di una continua metamorfosi che ha nell’acqua il comune denominatore, capace di conferire diverse sfumature.

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Paolo Didonè nasce a Bassano del Grappa il 27 dicembre 1983. Nel 2007 si laurea allo IUAV di Venezia in Architettura per la Città. Dopo la laurea, collabora per due anni con lo studio Sergio Pascolo Architects di Venezia, seguendo progetti sia in ambito nazionale sia internazionale.
Nel 2009 apre il proprio Studio a Rosà (Vicenza) e si dedica ai primi incarichi importanti: lo studio e la realizzazione di un nuovo Monumento agli Alpini a Rossano Veneto (Vicenza), la progettazione e realizzazione, nell’ambito della ricostruzione dell’Emilia post-terremoto, dell’Asilo Montessori a San Felice sul Panaro, della Scuola Primaria Dante Alighieri a Mirandola e della Palestra Scolastica temporanea a Massa Finalese.
Nel 2012 viene selezionato dalla rivista Casabella nell’ambito del concorso “Giovani Architetti grattano il cielo”, per cui realizza il progetto Stairway to Heaven. Nello stesso anno, si classifica al terzo posto del premio IUAV Alumni.
Nel 2013 Paolo Didonè viene selezionato per il premio “Premio Federico Maggia” per cui realizza l’installazione Be Water.
Nello stesso anno, la decisione di unire la propria esperienza a quella dell’architetto Devvy Comacchio, maturata in quattro anni di lavoro in diversi studi di architettura di Singapore.
Lo Studio Paolo Didonè si occupa di progettazione di ambienti pubblici e privati e di design e arredamento d’interni. Dal 2014 è stato avviato un importante progetto di ricerca e progettazione per la realizzazione di masterplan urbanistici di edifici pubblici e privati in Angola.
Nello stesso anno Paolo Didonè si classifica al terzo posto al premio Young Italian Architects con il progetto Stairway to Heaven.

Devvy Comacchio è nato a Sigapore il 16 Agosto 1982.
Nel 2005 si laurea in Scienze dell’Architettura presso lo IUAV di Venezia e nel 2007 ottiene la laurea specialistica indirizzo Città, con la tesi dal titolo “Vicenza e l’alta velocità. Un progetto per una nuova stazione”, con l’architetto Paolo Didonè.
Dal 2007 al 2009 lavora presso il Retail Dept di Benetton Group come architetto incaricato della progettazione architettonica per gli edifici commerciali e destinati ad uffici del gruppo.
Dal 2009 al 2013 collabora con studi di architettura in Italia e all’estero.
Nel 2013 inizia una collaborazione permanente con l’architetto Paolo Didonè.

Make that studio sono Dea Sgarbossa e Nicola Russo, un duo italiano alla costante ricerca di nuovi spunti che lavora tra l’Italia e Bangkok.
Lo studio ha un orientamento multidisciplinare, di stampo architettonico, che attraverso l’arte e il design si occupa di visual design, product design e styling.
Dea Sgarbossa dopo gli studi in Fotografia presso CFP Bauer di Milano, ha deciso di specializzarsi in Scenografia e Styling lavorando con l’azienda italiana d’arredamento Lago.
Nicola Russo laureato in Scienze dell’Architettura presso lo IUAV di Venezia, ha continuato la sua ricerca personale nel Design della Comunicazione collaborando con lo studio Salottobuono per le riviste Abitare e Riders.
Entrambi appassionati in Visual Design e Architettura, hanno deciso di fondare Make that studio nel 2013 continuando la loro ricerca tra l’area Mediterranea ed il Sud-Est Asiatico.

info@paolodidone.it
info@makethatstudio.com

écru architetti – NEC PLVS VLTRA
foto di Filippo Cavalli

Con il supporto di
Florim Ceramiche S.p.a.
FloorDeco S.r.l

Secondo la leggenda le Colonne di Ercole rappresentavano il limite estremo del mondo conosciuto ed il limite della conoscenza. Il mitico Ercole arrivò fino alle pendici dei monti Calpe e Abila oltre i quali un comune mortale non poteva più proseguire ed allora decise di scindere il monte in due parti creando le due colonne e vi impresse la seguente iscrizione: “NEC PLUS ULTRA”.

Nonostante la paura da parte dell’uomo di tutto ciò che gli è sconosciuto, l’istinto di venire a conoscenza della verità prevalse sempre e ciò portò le navi a spingersi oltre la soglia dell’impossibile, per il costante desiderio di conoscere, scoprire e sapere.
Oltre le colonne, oltre il mondo conosciuto Platone vi posiziona Atlantide, mitica isola ricca di metalli preziosi, con il suo popolo di grandi navigatori che, dopo avere fallito l’invasione di Atene, sprofondò in un solo giorno e una sola notte.

L’installazione desidera raccontare questo limite, sottile e potentissimo, contemporaneamente desidera raccontare la volontà e la possibilità di superarlo.
L’architettura si compone di pochi ed essenziali elementi iconici, colori timbrici: la superfice dorata a rappresentare la preziosità del desiderio, la superfice azzurra le circostanze note e sicure del mare conosciuto. L’acqua, allo stesso tempo mezzo e ostacolo, allaga entrambe le superfici. La demarcazione tra queste ultime è segnata dai due bianchi monoliti cilindrici che fanno da portale monumentale verso il nuovo mondo.
L’obiettivo è quello di provocare nel pubblico il desiderio dell’(im)possibile e di stimolarne l’avvicinamento. Il pubblico, infatti, potrà guadagnare la soglia tra le due colonne senza poterla però varcare, traducendo e denunciando l’incapacità dell’uomo contemporaneo, intorpidito dal “sonno della ragione”, di proiettarsi nella dimensione dell’osare.

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écru é lo studio di progettazione architettonica e paesaggistica di Parma fondato nel 2012 da Simona Bertoletti, Filippo Cavalli, Antonello A. Sportillo e Giulio Viglioli. Quello di écru architetti è il gusto del metodo. Un metodo che parte dalla teoria, ma che non interviene nella storia dell’architettura a partire da una posizione teoricamente delineata. Un metodo che oscillando tra arte e tecnica, tra verità e poesia, declinando accademismi, anteponendo la comprensibilità all’astrazione vorrebbe rappresentare un approccio disciplinare possibile e concreto. Un modo di fare architettura coerente, severo ma umile verso le circostanze della vita, anomalo nel panorama contemporaneo ma che indiscussamente dà dignità e valore ad un’ipotesi. In tutto ciò l’architettura o non c’è o è dappertutto. Il lavoro di écru si è distinto in ambiti concorsuali nazionali ed internazionali ottenendo premi e menzioni.

écru architetti
Borgo Guazzo, 27, 43121 Parma ITA
+39 0521 235038
www.ecruarchitetti.it
studio@ecruarchitetti.it

Florim Ceramiche S.p.a.
Via Canaletto 24, 41042 Fiorano Modenese (MO) ITA
+39 0536 840111
www.florim.it

FloorDeco S.r.l.
Show room Via S. Pio X n.1 – 46042 Castel Goffredo (MN) ITA
+39 0376 1432077
www.floordeco.it
info@floordeco.it

MIROarchitetti – ABISSI INOSSIDABILI

 

ProgettoMIRO architetti
ScultureChizu Kobayashi
SponsorDornbracht, Kaldewei, Duka
Partner tecnicoViabizzuno

Nella semioscurità del grande salone riluce un imponente padiglione traslucido. Avvicinandosi e scrutando attraverso i drappeggi delle sue pareti di tela, lo si scopre abitato da una miriade di creature marine metalliche fluttuanti nell’aria.
È un tempio per celebrare la magia della vita acquatica.
Oppure una trasfigurazione onirica delle sensazioni che ognuno di noi prova nel rappacificante rituale della doccia quotidiana.

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MIRO è uno studio di architettura fondato a Bologna nel 2009 da Valentina Cicognani, Giacomo Minelli e Riccardo Pedrazzoli.
Si occupa principalmente di interior design, allestimenti e installazioni, ma il raggio d’azione del suo entusiasta lavoro di ricerca arriva fino all’architettura a scala urbana.

info@miroarchitetti.com
www.miroarchitetti.com

Chizu Kobayashi è nata a Niigata nel 1978.
Si è diplomata all’Accademia d’arte di Tokyo specializzandosi nella lavorazione del metallo.
Dal 2008 vive e lavora a Bologna.

info@chizkobject.com
www.chizkobject.com

 

GVultaggio Architecture&Design – WATER HOUSE

 

Con il sostegno di: Consuledile, MIT2B, Tekto Studio ing.Vultaggio

Il recupero delle acque piovane e l’inquinamento delle falde acquifere sono da tempo temi centrali nel dibattito architettonico: Architetti e visionari stanno incentrando le loro ricerche nella definizione di nuovi modelli abitativi, che si ispirano ad un consumo consapevole delle risorse ambientali. Water House, invece, è un prototipo di abitazione pensato per rispondere a scenari apocalittici: ha come punto di partenza il totale fallimento di ogni teoria sulla tutela del paesaggio ed uno uso consapevole delle risorse naturali.

Nel futuribile scenario catastrofico l’umanità sarà costretta a rivedere completamente la tipologia abitativa e le abitazioni diventeranno grandi contenitori del bene naturale più prezioso: l’Acqua! Nel prototipo Water House le stanze saranno cisterne per la raccolta delle acque e le murature saranno re-interpretate come spazi abitativi: i muri, tradizionalmente utilizzati come divisori o struttura portante, diventeranno spazi interstiziali all’interno dei quali saranno alloggiate tutte le funzioni abitative.
L’istallazione proposta per il Bologna Water Design 2014 è una esemplificazione di questo prototipo abitativo: qui lo spazio-muratura che contiene le funzioni è un percorso che si snoda tra le vasche d’acqua. L’effetto acqua, sulle tre vasche perimetrali, sarà ottenuto mediante una video-proiezione, così il visitatore percorrendo il cretto rosso avrà la sensazione di camminare immerso in un’ambiente acquatico.

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GVultaggio Architecture&Design è un laboratorio di progettazione multidisciplinare che spazia dalla ricerca diagrammatica-concettuale alla progettazione esecutiva, attraversando tutte le scale della progettazione dal product design alla progettazione architettonica. Il tutto è strutturato come un network: Un sistema dinamico e flessibile che si plasma in base alle scala d’intervento e le esigenze della committenza.

www.gvultaggio.it
www.facebook.com/gvultaggio
+39 347 0781082

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MIT2B srl
Via Marconi 73
44122 Ferrara
info@mit2b.it
345.8202609
www.percorsi-rivestimenti.it

Studio Youtool con Incredibol e Curti Metallo – LITTLE BY LITTLE

 

L’acciaio è materia viva.
L’acqua è elemento trasformativo.
Gocce d’acqua riflettenti come metafora del trascorrere inesorabile del tempo. Corten e inox come alchimie umane nel vano tentativo di fermare il tempo. Studio YOUTOOL presenta la mostra intitolata Little by little per riflettere sulla naturale trasformazione della materia sottoposta all’interazione con l’acqua. Little by little rappresenta per estensione il concetto di ricerca continua e di progettualità che ogni processo di design necessita per maturare, dalla fase ideativa al compimento in prodotto. In partnership con Incredibol! e Curti Metallo, l’allestimento prevede di saturare lo spazio con gocce d’acqua in acciaio inox specchiato – realizzate attraverso un processo di tornitura – e complementi di arredo in acciaio Corten.

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Studio Youtool nasce dall’esperienza di youtool.it, piattaforma creativa che da anni facilita l’incontro tra designer e aziende. Studio Youtool, basata a Bologna, è una agenzia aperta, interdisciplinare e concreta, specializzata in comunicazione, creazione di eventi, design, grafica e web. Con identità disciplinari differenti e complementari, i sei soci lavorano ‘little by little’ per offrire una visione progettuale efficace e personalizzata.

Curti Metallo, Bargellino (BO), è un brand di arredi in ferro e rappresenta una compiuta case history che riassume il rapporto creato grazie alla piattaforma youtool.it tra diversi progettisti e Curti Lamiere, un’impresa terzista storica specializzata nella lavorazione dei metalli che oggi coniuga tradizione artigianale e innovazione tecnologica e ha individuato nel design uno strumento e una risorsa competitiva.

Incredibol! – l’Innovazione Creativa di Bologna è un progetto promosso dal Comune di Bologna volto a favorire la crescita e la sostenibilità del settore creativo a Bologna e in Emilia-Romagna nell’ambito del progetto europeo URBACT – Creative SpIN.

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